CREARE PONTI, DIVENIRE UOMINI
Esperienze
Esperienze di partecipazione al Convegno per i 100 anni della Medicina Antroposofica “Attraversare ponti – Essere umani!”
Creare ponti, divenire uomini
La medicina al bivio
Maria Luisa Di Summa
In questi cento anni che ci separano dalla nascita della medicina antroposofica la medicina è gradualmente giunta ad un bivio e la vicenda del Covid 19 lo sta mettendo chiaramente in evidenza.
Da un lato si può andare, nel campo della salute, verso quella fede nell’autorità che, già nel 1911, Rudolf Steiner aveva previsto e definito “assoluta e spaventosa”, dall’altro, per chi rifiuta questo, si aprono nuove possibilità di percorrere una strada molto diversa, dove salute e malattia acquistano un senso nel percorso biografico che conduce a divenire uomini.
Il grande convegno “Crossing Bridges – Being Human!” che si è svolto a Dornach, dal 12 al 20 settembre, ha mostrato come questa strada sia aperta e come, percorrendola, si possa creare una medicina umana che non vuole solo affermare sé stessa ma vuole creare ponti e crearli innanzi tutto attraverso relazioni umane.
In un momento storico in cui si stanno creando, tra i medici, divergenze e tensioni che minacciano gravemente la cura dei pazienti, arriva dalla medicina antroposofica questo appello a creare ponti, come unica via possibile verso il futuro. Ponti tra medici, tra terapeuti, tra concezioni mediche che possono apparire molto diverse, ma che diventano realmente inconciliabili solo quando sfuggono all’umano e diventano ideologie.
Ma anche ponti tra diversi paesi, la cui diversità, in questo momento sembra scomparire sotto la falsa apparenza della globalizzazione, ponti tra uomini, mai così separati dietro a false connessioni, ponti verso i pazienti, mai così abbandonati in una solitudine insostenibile. Questa solitudine risuona con quella dei singoli medici, che sperimentano impotenza e smarrimento e possono ritrovare la forza di curare solo sentendosi uniti ad una comunità, favorendo l’interdisciplinarietà, rinunciando ad ogni atteggiamento di potere.
E infine ponti tra l’uomo e la natura, tra l’uomo e il cosmo, tra mondo dei sensi e mondo dello spirito, tutti inseparabili, ma tragicamente separati nell’uomo, se manca il ponte del calore. Calore fisico e calore spirituale come grandi ponti che conducono verso l’altro uomo e verso il vivente. Calore che non ha bisogno di certezze, ma che non lascia spazio alla paura.
Con questo spirito si è potuto realizzare il grande convegno annuale della Sezione di Medicina, organizzato da un gruppo di giovani medici e terapeuti che ha avuto il coraggio di non arrendersi di fronte alle difficoltà del momento ed è riuscito a portare al Goetheanum di Dornach più di ottocento partecipanti, provenienti da tutte le parti del mondo dalle quali era possibile muoversi.
La ferma volontà di celebrare i cento anni della medicina antroposofica con un convegno in presenza ha consentito di superare le attuali restrizioni, ottenendo con pazienza i necessari permessi dalle autorità locali.
Anche in questo caso sono stati creati ponti, cioè relazioni di fiducia e assunzioni individuali di responsabilità, elementi basilari per una medicina fondata sulla libertà del medico e del paziente, e condizioni indispensabili per quel risanamento sociale che la medicina ha tra i suoi compiti.
Gli eventi per i 100 anni della medicina antroposofica nel tempo del Covid 19
Sabrina Menestrina
I provvedimenti per contenere la diffusione del virus SarsCov 2 hanno creato molti problemi per lo svolgersi dei convegni e delle manifestazioni dedicate quest’anno al centenario della medicina antroposofica.
Alcuni eventi hanno subito modifiche, limitazioni o addirittura annullamenti, come è accaduto per il Primo Convegno di Medicina Veterinaria che avrebbe dovuto svolgersi al Goetheanum proprio il 21 marzo, a esattamente cento anni di distanza dalla prima lezione di Rudolf Steiner ai giovani medici. Gli organizzatori sono stati costretti a deciderne la sospensione e a bloccare l’arrivo di medici veterinari oltre che dall’Europa, dalle Americhe, dalla Russia, dall’Africa, rinviandolo a settembre 2021.
Dovendo ufficialmente annullare le attività programmate in presenza, la presidenza del Goetheanum si è riunita a porte chiuse con i responsabili delle Sezioni della Libera Università – antroposofia generale, scienze naturali, pedagogia, scienze umane, giovani, medicina, agricoltura, arti figurative, arte della parola e musica, scienze sociali, matematica e astronomia – per approfondire da tutti i punti di vista la valutazione di questa crisi mondiale. Questo incontro ha prodotto una interessante analisi che alla fine di maggio è stata resa pubblica nel libro Perspektiven und Iniziative zur Coronazeit – Verlag am Goetheanum.
Nel frattempo, dietro le quinte, il giovane comitato interdisciplinare organizzatore del grande Convegno medico giubilare di settembre 2020, coadiuvato dalla Sezione Medica e dal Coordinamento internazionale delle medicine antroposofiche, doveva valutare come portare a compimento la preparazione, durata tre anni, di questo evento che avrebbe dovuto coinvolgere oltre alla grande comunità terapeutica antroposofica anche l’Università di Basilea e tutto il campus medico di Arlesheim.
Nonostante i già riconosciuti successi di convegni e incontri via web tenutisi in primavera e estate, come quelli dalla Società medica tedesca – GAÄD – e della Associazione internazionale delle società mediche antroposofiche, IVAA, questo gruppo di giovani medici e terapeuti è stato mosso da una forte volontà di fare il convegno in presenza.
Questo forte impulso ha reso possibile il miracolo di realizzare un convegno che ha visto necessariamente ridimensionati gli eventi pubblici previsti ed ha dovuto sottostare ad alcune condizioni, quali l’uso di mascherine negli spazi interni, ma che è riuscito a portare a Dornach più di 800 partecipanti.
100 anni di medicina antroposofica – Crossing Bridges – Being Human! è diventato il convegno medico più frequentato in tutto il mondo al tempo del Covid. Della durata di una settimana ma con frequenza opzionabile anche solo alla prima o seconda metà, il convegno ha contato un numero così alto di partecipanti nonostante la mancata presenza di molti provenienti da altri continenti e da alcuni paesi europei dai quali non era possibile muoversi.
Il convegno, voluto per festeggiare insieme i 100 anni di Medicina Antroposofica e preparare gli impulsi per i prossimi 100 anni a venire, si è ispirato alle cosiddette “Conferenze del ponte,” tenute da Rudolf Steiner nel 1920 (OO 202) una testimonianza di come il movimento medico antroposofico sia iniziato proprio con il motivo del ponte, il ponte tra spirito e materia, il ponte tra pensiero e volontà, tra amore e libertà, tra futuro e passato. Ponti sono anche quelli che collegano i vari professionisti sanitari, i diversi metodi terapeutici, le conoscenze scientifiche e la pratica medica e tutto ciò che rende possibile una medicina integrativa. Ogni giornata è iniziata con un tema tratto da queste lezioni e questi temi sono stati approfonditi da importanti conferenze e da workshop professionali e interdisciplinari, tutti inseriti da prospettive diverse nel grande sistema medico antroposofico.
Il punto centrale e culminante della settimana è stato il mercoledì con la straordinaria conferenza di Giovanni Maio, medico e professore di etica medica all’ateneo di Friburgo che, tracciando i 7 livelli di una medicina etica, ha riconosciuto che questa è riscontrabile esclusivamente nella medicina antroposofica. Con l’intervento di Armin Husemann sulla costruzione musicale del corpo umano e il V° concerto per pianoforte di Beethoven e con le testimonianze di Peter Selg, di Michaela Glöckler, di Matthias Gierke e Georg Soldner, si è tratteggiata tutta la storia dell’arte medica.
Gli 800 fortunati partecipanti hanno goduto di un convegno meraviglioso, baciato dal sole, dalla gioia degli incontri umani e dalla condivisione di conoscenze feconde per il loro lavoro e la loro vita. Essi hanno potuto veramente portare, al loro rientro a casa, la testimonianza di una speranza per il futuro.
Contestualmente si sono svolti eventi paralleli anche in quei paesi che non potevano partecipare al convegno e anche in Italia si sono potuti celebrare i cento anni con il convegno dal titolo “1920 – 2020 un percorso di ampliamento dell’arte medica” che, inizialmente programmato per la fine di aprile a Roncegno, e rimandato a causa della chiusura di Casa Raphael si è finalmente potuto svolgere a Torino, dal 9 all’11 Ottobre, presso “ Il Centro”, che ha messo a disposizione della Società Italiana di Medicina Antroposofica i suoi accoglienti locali. Dopo mesi di isolamento o di incontri virtuali è stata una grande gioia per i molti presenti, convenuti da ogni parte di Italia, potersi incontrare di persona.