Care lettrici e cari lettori,
Negli ultimi due anni, le società di tutto il mondo hanno cercato, ognuna a suo modo, di affrontare gli effetti del nuovo Corona-virus, sulla salute dei singoli e sul sistema sanitario nazionale. Le misure di segregazione e isolamento, note come «distanziamento sociale», sono state adottate quasi ovunque per lunghi periodi di tempo. Solo in questo modo molte persone hanno preso dolorosamente coscienza del valore di una convivenza libera e senza interferenze, sia a livello sociale sia nei confronti della natura.
La conoscenza antroposofica dell’essere umano, con la sua concezione quadriarticolata, non si focalizza solo sulla natura esteriore, ma anche sulla natura umana interiore. In questo approccio, il nostro corpo sul piano fisico corrisponde al mondo inanimato del minerale, mentre il piano delle forze vitali e delle energie vitali corrisponde al mondo vivente delle piante e il piano emotivo o dei sentimenti trova la sua corrispondenza nel mondo animale. L’istanza dell’essere umano che può dire «io» a se stessa e che rende ciascuno di noi un’individualità distinta è mediatrice tra natura interiore ed esteriore.
Se Io e natura interiore lavorano insieme in modo armonioso, si creano le condizioni per una vita sana sia dal punto di vista fisico che da quello mentale e spirituale. Se invece questi livelli, noti anche come arti costitutivi, si allontanano dall’armonico rapporto reciproco nell’intero organismo, si creano le condizioni perché si sviluppi una malattia. Per esempio: quando l’Io non percepisce più le esigenze del corpo in termini di nutrizione, oppure quando un sovraccarico insidioso delle forze vitali porta all’esaurimento. Il trattamento integrativo del cancro nella medicina antroposofica mira quindi sempre, oltre all’azione diretta e localizzata sul tumore, ad armonizzare e a realizzare una sana coesistenza tra corpo, forze vitali, sentimenti e Io quale portatore dell’individualità.
Una comprensione comparabile nella ricerca consiste nella collaborazione di differenti partner che apportano competenze diverse ai progetti comuni, promuovendo così anche lo scambio creativo. In questa prospettiva, nel presente rapporto annuale mettiamo in evidenza alcuni risultati di ricerca emersi nel 2021 da varie forme di collaborazione in partnership. Ad esempio, uno studente di master dell’Università di Basilea, sotto la guida di ricercatori dell’Associazione per la Ricerca sul Cancro, è stato in grado di dimostrare in modo impressionante l’effetto inibitorio della centella e del timo sulle cellule tumorali in esperimenti di coltura cellulare – due componenti vegetali di una crema che abbiamo recentemente sviluppato nel nostro laboratorio e che stiamo preparando per l’applicazione clinica sui tumori. La collaborazione pluriennale con i veterinari dell’Istituto di Ricerca sull’Agricoltura Biologica (FiBL) ha portato in questo periodo a un altro studio che analizza l’effetto del vischio su cavalli malati, mettendo a confronto l’iniezione con la somministrazione orale. Inoltre, in collaborazione con un istituto di ricerca di Berlino, è stata condotta un’analisi di 41 studi pubblicati sulla potenzialità dei metodi per immagini nel riconoscimento del cancro, che ha dimostrato come la formazione di modelli di immagine (Musterbildung) nei fluidi corporei essiccati raggiunga, come test diagnostico, un’accuratezza pari a quella della mammografia e degli ultrasuoni.
In stretta collaborazione con una professoressa brasiliana stiamo aprendo nuovi orizzonti, esaminando il cosiddetto metaboloma – i prodotti metabolici di un organismo – per determinare quali differenze fisiologiche rilevanti, dal punto di vista terapeutico, presenti il vischio proveniente da alberi-ospite diversi. Infine, altri due progetti si basano sulla collaborazione con l’Università di Witten/Herdecke: un progetto verifica la solidità dei sistemi di test biologici nella ricerca sulla potenza omeopatica, rafforzando così un importante strumento metodologico per la verifica di processi farmaceutici sensibili, come quelli utilizzati nella medicina antroposofica. Il secondo progetto è incentrato su interviste relative all’esperienza interiore della terapia con il vischio che una giovane dottoressa ha potuto condurre con 20 pazienti oncologici della clinica di Arlesheim nell’ambito del suo dottorato e che hanno portato a dichiarazioni di grande valore e profondità. In seguito a questo innovativo studio qualitativo, in futuro indagheremo anche sul potenziale terapeutico del paesaggio esterno e approfondiremo la questione se l’esperienza esterna del vischio possa potenziare ulteriormente gli effetti salutogenetici ben documentati della natura. Con questo progetto ci proponiamo anche di superare le tendenze alla separazione, all’isolamento e alla disarmonia che dilagano ovunque, in sintesi: rafforzare di nuovo il rapporto tra l’essere umano e il suo ambiente.
Saremo lieti e grati se vorrete accompagnarci e sostenerci in questo percorso.
Dr. Hartmut Ramm, PD Dr. Stephan Baumgartner
Membri del Consiglio direttivo dell’ Associazione per la Ricerca sul Cancro
Leggi il report