La medicina ha come oggetto del suo conoscere e del suo agire l’essere umano; riflette pertanto, più di ogni altra prassi, la concezione dell’uomo e del mondo di ogni epoca.
Le antiche immagini spirituali dell’essere umano e dell’universo hanno ceduto il passo ad una visione meccanicistica e positivistica della realtà: l’essere umano non viene più considerato nella sua complessa realtà pluridimensionale, ma è stato ridotto alla sola dimensione corporea.
È evidente che sotto questo profilo la malattia appare come un enigma insolubile. La crisi e la critica serrata della medicina moderna nascono dall’incapacità dell’essere umano, e quindi anche del medico, di dare delle risposte convincenti alla domanda: perché l’uomo si ammala?
Una ampia e rigorosa conoscenza dell’uomo, che lo comprenda nella sua triplice realtà corporea, animica e spirituale può ridare dignità alla professione medica e restituire al malato una terapia a misura di essere umano.