Il tema dell’antibiotico resistenza è attuale a livello internazionale. L’Italia è uno dei paesi a maggior uso di antibiotici in Europa. Le realtà mediche e le istituzioni sono attive per cercare soluzioni, che evidentemente non possono esaurirsi con la ricerca di nuove formulazioni/molecole. Il problema è ampio perché coinvolge anche la veterinaria e la catena alimentare. Questi temi sono ormai citati in diversi contesti. Il contributo della Medicina antroposofica è duplice per la possibilità di cure integrate e per provvedimenti di comportamento igienico sanitario o di stile di vita che contribuiscono al sostegno delle forze di salute e nella cura medica sono un valido aiuto.
In questo articolo il punto della situazione con molti rimandi a fonti ufficiali e a documentazione scientifica.
Secondo un recente rapporto scientifico, 25.000 persone infettate da batteri resistenti ai farmaci muoiono ogni anno in Europa mentre negli Stati Uniti, almeno due milioni di persone sono infettate ogni anno da batteri resistenti. Entro il 2050, se non verranno prese misure adeguate, in tutto il mondo saranno circa 10 milioni le persone che moriranno ogni anno a causa della resistenza agli antibiotici. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità si tratta di “una delle più grandi minacce alla salute, alla sicurezza alimentare e allo sviluppo”.
Secondo anche quanto riportano in ambito di Medicina Antroposofica rispettivamente il sito della sezione di medicina al Goetheanum e quello della Federazione delle associazioni medico antroposofiche IVAA, nonostante siano in fase di sviluppo strategie globali per controllare la resistenza agli antibiotici e le sue conseguenze (aumento di mortalità e dei costi sanitari), queste sembrano essere insufficienti, come dimostrano ad esempio gli immutati tassi di consumo europeo di antibiotici negli anni 2011 – 2014.
Nella pratica clinica quotidiana la medicina antroposofica promuove uno stile di vita orientato alla promozione della salute e tratta i pazienti allo scopo di sostenere e potenziare le capacità di auto-guarigione o autoregolamentazione dell’organismo umano per far fronte alle malattie. Come risultato di questo approccio, che si traduce in primo luogo in una riduzione della prescrizione e del consumo di antibiotici, si ipotizza che l’organismo in generale diventi meno vulnerabile alle infezioni e che sviluppi una maggiore capacità di risposta a queste ultime.
Tra le indicazioni più importanti per un rafforzamento dell’organismo rientra naturalmente l’alimentazione e le modalità di produzione del cibo che si consuma, con una particolare predilezione per l’agricoltura biodinamica che, grazie alla eliminazione degli antibiotici, persegue gli obiettivi dichiarati dall’OMS che nelle linee guida (PDF) raccomanda una riduzione generale dell’uso di antibiotici negli animali destinati alla produzione di alimenti
Sulla resistenza antimicrobica l’IVAA sottolinea il ruolo fondamentale che i farmaci antroposofici possono avere nel ridurre la minaccia di resistenza e raccomanda alcune azioni fondamentali:
- Considerare seriamente la medicina antroposofica e altri approcci integrativi come possibilità molto promettenti di ridurre l’uso di antibiotici
- Sostenere la Ricerca su tali approcci
- Includere approcci antroposofici e integrativi nell’informazione pubblica sul tema della resistenza agli antibiotici.
- “One Health”
E’ l’approccio che va sostenuto e che riconosce i diversi i settori che possono avere un impatto sulla salute pubblica, in particolare l’adozione di metodi agricoli biologici per ridurre l’uso di antibiotici nella produzione alimentare.
Per le referenze scientifiche clicca qui